Che la cucina sia una mia passione penso lo si capisca dal fatto che co-redigo questo blog insieme al validissimo Secco.
E coltivando questa passione, mi diletto in qualche (non troppe) lettura in merito di cucina.
Vorrei scrvere di un collegamento che ho trovato tra due libri che sto leggendo: Il viaggio di un cuoco, di Anthony Bourdain, e Le ricette degli altri, di Allan Bay.
Il primo, chef francese trapiantato a New York, racconta del suo viaggio intorno al mondo alla ricerca del "Cibo Perfetto", di quel cibo che fa trasalire corpo e anima; il secondo Milanese, di origini Fiammingo (per un sessantaquattresimo)-Piemontesi (e si spiega il cognome Bay), che completa un trittico di libri di cucina (ricette, tecniche e pregiate considerazioni), con un escursus sulle ricette altrui.
Questi due libri, scritti a km di distanza, che riportano avventure diverse, sono uniti da un anello congiungente: l'Ostrica.
Una delle prime nazioni che Bourdain esplora è la Francia, in Normandia, con suo fratello alla ricerca dei ricordi, dei luighi di villeggiatura della sua infanzia. Leggete cosa scrive a proposito dell'Ostrica...
"Cos'è l'ostrica se non il cibo perfetto? Non ha bisogno di preparazione nè di cottura. [...] Fino a pochi secondi prima di sparire nelle tue fauci è un essere vivente, dunque sai - o dovresti sapere - che è fresca. Ti compare come Dio l'ha fatta: cruda, disadorna. [...] E' un cibo primordiale, glorioso. [...] Per quanto mi riguarda le ostriche hanno anche il fascino mistico della memoria, perché la prima che ho mangiato mi ha cambiato la vita. Tutto quello che è successo dopo lo devo a quella prima ostrica: la decisione di fare lo chef, il mio gusto per l'avventura, [...] Tutta colpa di un'ostrica. In senso buono, naturalmente."
Anthony Bourdain ha iniziato così, e non occorrono altri commenti.
Allan Bay è stato vittima della stessa violenza, se così la si può chiamare.
Era un ragazzo Milanese, con abitudini Milanesi: "risotto, pasta al pomodoro, cotolette e arrosto di vitello con le patate fritte", padre e sorella riflettevano le stesse abitudini, la madre un po' meno. E fu lei la pietra dello scandalo.
Se Bourdain fu vittima "in casa in Francia", Bay lo fu "in trasferta in Inghilterra"... leggete...
"Ma il destino bussò alla porta. Una sera i genitori decisero di andare a cena da Simpson’s, sullo Strand, un mitico ristorante nato nel 1828 che propone, oggi come allora, una cucina inglese straclassica. [...] La vista di quella sala, ricca e imponente mi affascinò e mi colpì moltissimo[...] Presto mi rilassai e decisi che ero proprio a mio agio, che quell’ambiente era fatto per me e io per lui. [...]
La mamma ordinò delle ostriche e poi lo straclassico roast-beef, papà non mi ricordo cosa e roast-beef, noi bambini un menù per bambini che ho del tutto rimosso.Quando arrivarono le ostriche le guardai quasi ipnotizzato. Non le avevo mai viste: a casa la mamma non le aveva mai mangiate, ne in un ristorante accompagnata da me. Alla fine la folgorazione e chiesi: me ne fai assaggiare una? Se fossi diventato improvvisamente verde smeraldo a pois rossi i genitori sarebbero stati meno sorpresi.
Mi fu messa una ostrica sul piattino del pane. La annusai, la guardai, la soppesai. Alla fine la assaggiai, molto guardingo, mentre i miei preparavano i sali. Invece, dopo averla mangiata, dissi: buona, sa di mare freddo, una sintesi veramente esemplare, da giornalista di razza."
Che dire? Un grande chef e un grande giornalista gastronomico, due libri interessantissimi, la stessa violenza. Io e il Secco sulla loro scia, pionieri (forse) di una storia già raccontata.
Secco... passami un'ostrica...
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