Sottotitolo: una buona cena con una bella tavolata di amici.
L'ho sempre detto che il numero ideale per stare a tavola è 8, massimo 10...Stavolta eravamo in 10.
Rispondevano all'appello oltre a me: Daniele, Chiodo, Diego e Marghe, Annalisa e Cristian, Chiara, Lorena e Cristina.
L'ambiente è proprio gradevole. Caldo e accogliente, presenta 3 salette su livelli diversi, con pareti in mattoni a vista, illuminazione a luci soffuse e candele. Degne di nota due grandi botti all'ingresso, e il caminetto che riscaldava corpi e anime dei presenti.
Ci vengono offerti gli aperitivi: flute di spumante con fragola.
La casa propone di antipasto affettati misti, dei quali la mia considerazione s'è posata sulla valida coppa e sul buon lardo con miele.
Preseguendo... Amore e odio per i primi.
Spaghettoni (cazzarola, non ricordo il nome esatto) di pasta fresca al ragù d'asino, che hanno stimolato l'amore del palato, lasciando l'odio al somaro, che mi è risultato un po' troppo passato.
Nota di merito ad Annalisa, che dalla consistenza ha scambiato l'asino per tonno. Annalisa, ti vogliamo sempre così.
L'altro primo era un risotto senza infamia e senza lode.
Di secondo una opulenta e untamente cicciuta anatra ripiena, buona se si accetta a cuor sereno il grasso che cola, e un brasato di buon gusto e ottima consistenza, visto che non mi è rimasto troppo asciutto.
Polenta di contorno, per fare volume.
Hanno bagnato le nostre labbra un discreto Barbera, e in alternativa per Lorena che mi ha accusato il colpo del Barbera un po' presente, un più rilassante Lambrusco.
E il dolce?
Torta, torta, torta.
Di cioccolato e pere, di cocco-cacao, di frolla e mele-uvetta (cazzarola, e due. non mi ricordo quest'ultima torta... e dire che è quella che ho preso io!!!)
Nota di demerito per il Rhum. Il massimo offribile è stato un Pampero Aniversario, che fa sempre bella figura, ma un Matusalem o un agricolo e del cioccolato fondente nero ad accompagnare non avrebbero certo guastato...
Alle tasche la cena non è pesata più del dovuto: ormai con meno di 30€ non si va troppo in giro...
La parte migliore della serata, però, sono stati i commensali.
Grazie a voi, amici.
5 commenti:
gli spaghetti fatti in casa si chiamavano pichi o giù di li, anche a me a prima vista l'asino sembrava tonno anche dall'odore, che dire.
bella, stateci
Cristina mi scrive:
Ti voglio ricordare i nomi dei piatti che ti sei dimenticato: gli spaghetti si chiamavano "BICHI", mentre la torta era, ovviamente, la "Ca' di Ratt"...
Intanto un bentornato a BeF che da tempo mancava dalla scena dei postatori...sarei ferice di rivedere aperto il tuo blog...
Concordo a pieno sul locale. E ancor piu' sulla compagnia. Da tempo esco poco di casa, e la cena di sabato, nel bel mezzo di una trasloco devastante a livello fisico e mentale, mi ha risollevato l'animo.
Forse ha contribuito il barbera barricato che a me è decisamente piaciuto!.
E la prossima volta cercheremo di accontentarti sostituendo degnamente il Pampero Anniversario e il sigarino Che con un J.Bally e un Montecristo.
Pura Vida!!
Il Frez
Ho avuto il piacere di essere avvisato di questo post, che rappresenta il ritorno di BEF, di persona. Che onore!
La lettura è semplicemente deliziosa....
Bravissimo
gli spaghettoni si chiamano bichi
la torta è cà di ratt
ci si rivede il 22
raffa
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