Messaggio al Secco: "Oh Secco... dobbiamo ricominciare a cucinare, che qui, se continuiamo ad uscire a cena, spendiamo un sacco de sòrdi e perdiamo la mano in cucina.
Veniamo al posto.
Locale recente, con pregi e difetti del caso. Cucina spagnola.
Ritengo storicamente che il numero ideale di commensali sia tra le 6 e le 10 persone... e con questo posso affermare che la tavola era ben composta: io, Silvia, Chiodo, Chiara, e due nuove amiche: Cristina e Annalisa.
Riassumo le difficoltà per aggiungere me e Silvia alla prenotazione per 4: chiamo - "richiami fra 10 minuti" - richiamo - "no, non c'è posto. vengono lo stesso gli altri quattro?" - richiamano loro 1 ora dopo "c'è posto". Sorvoliamo.
Il locale, sobrio e ben arredato, ci ospita su di un tavolo di legno grezzo ma ordinato, liscio quanto basta. La tavola è apparecchiata con tovagliette di listelli di legno, piatti tondi bianchi, tovagliolo rosso di carta (nooooo la carta nooooo), calice ampio per il vino, bicchiere per l'acqua.
Ordiniamo la serie di antipasti tra cui un buon Pulpo alla Gallega (in umido, con patate), alici marinate in letto di insalata, Gazpacho.
Delusione per quest'ultimo che, a detta della cameriera (proprietaria?) "lo abbiamo messo in lista, ma non lo prepariamo ancora... magari più avanti."
L'antipasto lo abbiamo bagnato con un Gewurztraminer Israeliano che alla domanda di Alessandro "Fermo o mosso?" la risposta è stata "Non so. E non so neanche se ci è arrivato."
Il vino (ottimo) c'era, e servito dal cameriere Dario, la bottiglia finisce a metà del 6° bicchiere. Altro errore. Dario, vèrsane un goccino, che poi non basta...
Saltiamo i carboidrati e ci facciamo servire i secondi.
Bocconcini di pollo alla melassa e zucchero di canna per Chiodo, filetto cottura "rear" (=al sangue) per me, baccalà con purea di spinaci per Silvia, insalata per Annalisa e Cristina, Chiara francamente non ricordo.
Io sinceramente non so che concetto di cottura "al sangue" abbiano al Mosquito, fatto sta che il mio filetto era più che brasato. Altro errore. E non era difficile evitarlo. Cuoco bocciato. E' il marito della cameriera? Sticazzi. A casa.
Il pollo di Chiodo non era nulla di così particolare... una carne poco gustosa, abbinata ad una melassa dolciastra. Altro non senso. Ottima invece la purea di spinaci di Silvia, soprattutto perché abbinata ad un baccalà poco soddisfacente al palato.
Da bere, con i secondi, una sangria... senza infamia, ma senza lode.
Passiamo ai dolci.
Crema catalana per me e Silvia. Buona. Ci voleva.
Un poco fantasioso muffin al cioccolato servito su una palla di gelato cioccolato per Annalisa.
Chiodo e Chiara prendono una torta servita con mousse panna-fragola. Cristina non ricordo.
Spesa: 22,50 € a testa.
Giudizio finale...
Per quanto speso, il locale è accettabile, ma assolutamente non accettabili gli errori di cucina e di sala.
Ancora una volta un locale che punta sull'immagine, che soddisfa all'ingresso, dove il migliore in campo è stato l'architetto...
...ma forse i proprietari del Mosquito si dimenticano che restiamo anche a cena...
4 commenti:
Va bene, il prossimo post sarà una ricetta! Promesso
ti sei dimenticato di parlare delle autoreggenti con bordo leopardato, della tipa del tavolo di fianco
voto 2: al dolce, era pan di spagna ricoperto per metà di yougurt bianco e per metà youghurt alla fragola, marca yomo a mio parere.
Da sabato non pesni ad altro...
lo hai fatto tu, è più che sufficiente.
Per informazioni e dettagli sulle autoreggenti con bordo leopardato, chiamami quando vuoi!
Sò peggio de Novella 2000
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