
LO STAFF di lericettedelsecco.blogspot.com
Parlo del locale o del bollito?
Visto che prima si entra e poi si mangia... parlo del locale.
L'Osteria d'la Scua è semplice.
Entri, a sinistra il banco in legno con vini e liquori esposti.
Di pregio: non troppe bottiglie, segno che chi sta al bancone crede fermamente in pochi ma buoni prodotti.
Un prosciutto crudo pronto al taglio accoglie gli avventori nella sala.
La sala è piccola, farà una trentina di coperti. Tavoli in legno, tovagliette di carta grezza.
Alle pareti ci sono vecchi vassoi di latta da bar, decorati con diverse soponsorizzazioni dei più famosi liquori.
Il gestore è un tipo alto, corpulento, che ispira fiducia.
Ci apre la cena con un trittico di salumi caldi: un salame di pasta buona, un cotechino, un sanguinaccio.
Il grasso di questi ottimi salumi è stato solleticato dalle bollicine di un bianco (prosecco, se non ricordo male).E ora veniamo alle cose serie.
Cristian sceglie il vino. Bonarda. Si, ma del 2000. Pungente appena in bocca, poi morbida nel seguito. Notevole, davvero notevole. Anche Diego è entusiasta. E' stata la cosa più buona che
abbiamo assaggiato.
Se volete provarla è: FATILA, della cantina Vercesi del Castellazzo di Montù Beccaria (PV).
E ora squillino le trombe (o trombino le squillo...)!!!!
Il piatto primcipe della serata: Il Bollito.
Lingua, biancostato, muscolo, gallina, testina. Cotti a puntino, conditi poco, per non ostacolare i gusti dei singoli clienti.
Accompagnati da salse delicate.
Un bagnetto non troppo invadente... anche se fosse stato più agliato non sarebbe sato male..., una mostarda un po' asciutta, con poco liquido.
L'eccellenza sarebbe stata avere diverse mostarde - un paio in più - magari più o meno piccanti... e poi mancava la senape, che ci porta fuori dai confini del Bel Paese, ma col bollito ci sta.
Nel complesso il piatto principe è stato soddisfacente.
Una nota di demerito: avrei servito il bollito in due giri, per evitare che gli ultimi pezzi di freddassero sul piatto di ognuno.
Dopo i sapori del bollito, un po' di riposo.
Ci viene proposta una crostata di marroni, spolverizzata di zucchero a velo.
Conclude una lacrima di caffè, un rum.
E qui diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Il "parco rum" era notevole: J. Bally, El Dorado, e altri che ho perso mentre venivano recitati dal corpulento gestore.
Abbiamo scelto un Four Bells (http://www.fourbells.co.uk/)
Forte.
Peccato che l'influenza mi abbia limitato la percezione gustativa, ma soprattutto mi ha fatto saltare il sigaro...
In rigoroso ordine cronologico, la parola va alla chiappa destra, che si poggia esattamente dietro al portafoglio.
30€. Ormai consueti.
Sottotitolo: una buona cena con una bella tavolata di amici.
L'ho sempre detto che il numero ideale per stare a tavola è 8, massimo 10...accompagnati da
Nell'attesa ci hanno portato olive verdi in salamoia aromatizzata, i prodotti serviti con pane casareccio.
Sublime!
Segue......nel prossimo post
Per un dolce da favola
Buon appetito
salm d'la duja l'é no bon fin a quand no l'à ciapà el tron(il salame 'd la duja non é buono fino a quando non ha preso il tuono): si consuma quindi a partire da fine agosto-settembre, quando l'arrivo dei primi temporali scandisce la fine dell'estate e l'imminente arrivo dell'autunno.
"...in seguito ci sorride bella Coelavenia quasi veniente dal cielo, gradita nell'aspetto, ma ancora più gradita per i costumi degli abitanti e per l'urbanitate""Celebres in hac re sunt in primis Coelavenii"
Mi metti su il caffè, badando a non dimenticare di mettere l'acqua nella caffettiera (ogni riferimento o hyperlink a persone o avvenimenti realmente accaduti è puramente casuale).
Mi adagi il tuorlo dell'uovo in una tazza e me lo sbatti con lo zucchero.
Quando l'uovo avrà assunto un colore giallo chiaro e sarà piuttosto montato, probabilmente il profumo del caffè starà pervadendo la tua cucina e il rumore della moka a fine ebollizione ti farà venire in mente che è ora di spegnere la fiamma e versare il caffè nella tazza dell'uovo.
Mi allunghi, se vuoi, il preparato con un goccio di latte, giusto per non subire le violenze del caffè.
A questo punto è ora di pucciare il biscotto, che da una ricerca dell'Università del Massachusets risulta che pucciare il biscotto di mattina rende di più.
Buon appetito e buona giornata.
Mito: secondo una antichissima leggenda il mandorlo nacque da uno di quegli amori disgraziati che vedevano protagonisti gli eroi, gli uomini o l’intera famiglia degli dei.
Gli antichi Greci narravano che Fillide, una principessa Tracia, incontrò Acamante, figlio di Teseo, sbarcato nel suo regno per una sosta durante la navigazione verso Troia. I due giovani si innamorarono perdutamente ma Acamante fu costretto a proseguire con gli Achei per combattere nella guerra di Troia. La giovane principessa, dopo aver atteso dieci anni che finisse la guerra, non vedendolo tornare con le navi vittoriose si lasciò morire per la disperazione.
La dea Atena, commossa da questa struggente storia d’amore, decise di trasformare Fillide in uno splendido albero di mandorlo. Acamante in realtà non era morto e quando seppe che Fillide era stata trasformata in albero abbracciò la pianta che per ricambiare le carezze fece prorompere dai suoi rami fiori anziché foglie. L'abbraccio si ripete ogni anno quando i fiori del mandorlo annunciano la primavera.
Letteratura:
"Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati"
(Gabriel Garcia Marquez, L’Amore ai tempi del Colera).
In quel della casotta Ticinensis, demanio chiavatorum principesco, aureo bordello di caccia , Don Pablo de la Bega, Duca Viglebani, seguito da Gran Cerimoniere, Mastro di Chiavi e Gran Porcellano trascorsero la notte mangiando bevendo e ciarlando del più e del meno......
... solo uccel fu testimone di siffatto ritrovo!
Quest è la ricetta approvata dal principe:
Ingredienti per 4 persone goliardiche: 500 g di Bucatini, 1 cipolla, pancetta in abbondanza, pomodori pelati, peperoncino, sale, formaggio grattuggiato.
Dovete pensare di essere nel tardo Medioevo, nell'ombelico dell' Alma Mater Universitatis, nella tradizione popolare della Feluca. Gli ingredienti sono poveri ma fusi insieme fanno un piatto ricco, ricchissimo e godurioso. Prendete una pentola e riempitela d'acqua, salate quando ci sarà bollore. Nel frattempo saltate in padella la pancetta. Quando sarà ben rosolata buttate in ordine una spruzzata di vino bianco che ammorbidisce e la cipolla tritata. Non aspettate tanto e buttate i pomodori pelati. Salate a piacere e speperoncinate. Scolate i bucatini e fate fare 4 salti con la salsa. Mantecate con abbondante formaggio.
Vini da abbinare: tutto il nettare di Bacco
Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus!